Il musical rock dell’accademia On Stage incanta il pubblico in navigazione sulle navi C&T. Prossimi appuntamenti con le Drag Queen e feste bimbi


COMUNICATO STAMPA

La musica, l’intrattenimento e la solidarietà continuano con gli eventi di Onde Sonore a bordo delle navi di C&T in navigazione sullo Stretto di Messina.

“Sono giornate di flussi consistenti di viaggiatori quelle delle festività natalizie, fatti di partenze che si incrociano a rientri. Ci piace l’idea che i viaggiatori che scelgono di attraversare lo Stretto con noi trovino una piacevole sorpresa a bordo: spettacoli per tutti, musica di qualità e divertimento per i più piccoli. Non mancano certamente gli affezionati agli eventi di Onde Sonore, che hanno approfittato e approfitteranno della presenza di grandi artisti per salire a bordo e passare una serata diversa, nello scenario dello Stretto e all’insegna della solidarietà”, ha spiegato Tiziano Minuti, responsabile delle risorse umane e della Comunicazione per il Gruppo Caronte & Tourist.

Dopo l’apertura della kermesse con i Beans – andati in scena sul palco della Elio lo scorso 23 dicembre - questa sera ad esibirsi è stata la compagnia teatrale di On Stage, con lo spettacolo MUSICALmente insieme. Un’escalation di puro rock tratto da grandi classici dei musical cantati e interpretati dagli attori dell’omonima accademia, di cui Paride Acacia e Sarah Lanza ne seguono la direzione.

Rappresentata magistralmente su un palco certamente non ordinario, anche la performance del celebre musical Jesus Christ Superstar, di cui Paride Acacia stesso è stato il grande protagonista a partire dagli anni ’90.

I prossimi appuntamenti sono previsti in prossimità del ponte dell’epifania: il 5 gennaio le Portinaie, il famoso gruppo di Drag Queen dello Stretto ormai affezionato alla kermesse di C&T, è pronto a colorare l’atmosfera la Elio con Rainbow Boat, uno spettacolo adatto a tutti, fatto di musica e intrattenimento.  Il 6 gennaio Onde Sonore si chiuderà con l’evento rivolto ai bambini, dove la Befana volerà sulla nave Telepass – a partire dalle ore 10 – per consegnare doni ai più piccoli, insieme ad un’animazione.

Tutti gli eventi di Onde Sonore sono finalizzati alla raccolta fondi per la OnlusTerra di Gesù, associazione attivissima sul territorio locale e ben oltre, sino in Africa. Come ogni anno, il provento sarà raddoppiato da C&T.

Per partecipare agli eventi e sarà possibile richiedere il biglietto dedicato presso le biglietterie pedonali di Villa San Giovanni e Messina al costo di 5 euro per gli spettacoli di Onde Sonore e di 2,50 euro per le feste bambini. In tutti i casi, i minori di 10 anni potranno accedere gratuitamente.

Stromboli, 20 anni dopo lo tsunami del 30 dicembre e la lunga fase eruttiva (Fonte: INGV Vulcani)

 di Piergiorgio Scarlato

Sapete quale è il mio primo ricordo di quella esperienza incancellabile di venti anni fa? Cuba.

Si, Cuba. Nel 2002 era lì che mi trovavo a trascorrere il capodanno con mia moglie. Ricordo la telefonata di mio padre il 28 dicembre in cui mi annunciava l’inizio dell’eruzione a Stromboli. Una bocca effusiva si era aperta sulla Sciara del Fuoco (figura 1).

Figura 1 - Colata di lava sulla Sciara del Fuoco (5 gennaio 2003, fotografia INGV)
Figura 1 – Colata di lava sulla Sciara del Fuoco (5 gennaio 2003, fotografia INGV)

A seguire una seconda telefonata due giorni dopo, il 30 dicembre, nella quale sempre mio padre mi riferiva che un settore del vulcano era franato in mare (figure 2 e 3) e aveva generato un maremoto che aveva raggiunto le altre isole Eolie e la costa tirrenica dell’Italia meridionale. 25-30 milioni di metri cubi di roccia avevano generato un’onda che in 30 secondi aveva raggiunto le spiagge e le abitazioni sulla costa di Stromboli con un’altezza di oltre 12 metri e, nei minuti successivi, le altre isole.  Secondo i testimoni il mare si ritirò di 30-40 metri. Ci furono danni al porto di Panarea.

Figura 1 - Frana e onda di maremoto a Stromboli del 30 dicembre 2002 (Fotografia Massimo Pompilio)
Figura 2 – Frana e onda di maremoto a Stromboli del 30 dicembre 2002 (Fotografia Massimo Pompilio)
Figura 2 - Segnale sismico generato dalla frana di Stromboli del 30 dicembre 2002
Figura 3 – Segnale sismico generato dalla frana di Stromboli del 30 dicembre 2002

Non volevo crederci… Il luogo dove ero andato in vacanza un’estate decidendo che avrei studiato Geologia e dove poi avrei fatto la mia tesi di laurea, ora era al centro di una crisi da gestire dal neonato Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Sbarcai a Stromboli immediatamente dopo la Befana dove trovai la nave della Marina Militare San Giorgio e un reparto di corpi speciali che facevano prove di evacuazione con i mezzi anfibi e i gommoni. Una scena surreale… sembrava un set cinematografico. A parte brevi pause per recuperare uno stato psicofisico normale e rivedere mia moglie, rimasi fino a metà luglio a coordinare le attività del mio istituto sull’isola. Oltre sei mesi incredibili, 130 unità di personale alternatesi in turni massacranti sull’isola praticamente evacuata, almeno durante i primi tre mesi. Era come vivere in un reality, dove regnava l’isolamento e il silenzio rotto solo dai brontolii del vulcano.

Reti di monitoraggio da costruire, una sala di controllo da realizzare da zero, dati da raccogliere e interpretare in tempo reale, una organizzazione del lavoro da coordinare con colleghi che solo in parte si conoscevano (figure 4 e 5). Ricercatori e tecnici provenienti dalle sedi INGV di Catania, Palermo, Roma, Napoli, Pisa, Milano, Bologna si diedero il cambio con turni settimanali lavorando spesso in condizioni ambientali proibitive. Conservo ancora quei quaderni con gli appunti e i tabelloni con i turni. Ogni tanto li sfoglio e ricordo con commozione quei momenti e gli amici con cui ho avuto la fortuna di condividere una esperienza professionale ed umana straordinaria.

Figura - Installazione di stazioni delle reti di monitoraggio a Stromboli. Fotografia di Piergiorgio Scarlato, febbraio 2003.
Figura 4 – Installazione di stazioni delle reti di monitoraggio a Stromboli. Fotografia di Piergiorgio Scarlato, febbraio 2003.
Figura - Schema organizzativo INGV dell'emergenza Stromboli 2002-2003
Figura 5 – Schema organizzativo INGV dell’emergenza Stromboli 2002-2003.

Si dormiva pochissimo, l’adrenalina era sempre al massimo. Il rosso delle colate illuminava il cielo nelle buie notti dell’isola deserta. Ci accudivano gli amici Andrea e Neva della locanda del Barbablù e Carlo e Sarino del Bed and Breakfast La Lampara, dove le nostre squadre erano alloggiate. Per farci sentire un pò a casa ci davano conforto creando un ambiente familiare che ci consentisse di sopravvivere alla pressione e allo stress che andava crescendo con il passare del tempo.

Ricordo il gruppo di sismologi dell’allora CNT (oggi ONT) che per primi in pochi giorni installarono una rete sismica andando su e giù per il vulcano, lavorando in condizioni climatiche pessime. E quando i tecnici del gruppo di Geodesia di Catania andavano tutti i giorni sul vulcano a fare misure per verificare se ci fossero deformazioni del vulcano in atto (figura 6). Quante volte sono rimasti bloccati in mezzo alle nuvole in attesa che il cielo schiarisse e potessero fare le loro rilevazioni. Nella mia valigia dei ricordi li rivedo ancora oggi quando tornavano alla base con la pelle del viso bruciata dal freddo e distrutti dalla fatica, ma orgogliosi del lavoro fatto.

Figura - Misure delle deformazioni del suolo mediante EDM a Stromboli. Fotografia di Alessandro Bonforte
Figura 6 – Misure delle deformazioni del suolo mediante EDM a Stromboli. Fotografia di Alessandro Bonforte.

Visto che una delle domande più importanti che ci ponevamo era se fosse possibile che altri settori di quel versante potevano franare in mare, a febbraio i colleghi di Catania provarono a installare sulla Sciara delle stazioni GPS realizzate ad hoc con strutture di cemento per provare a monitorare i movimenti del versante in tempo reale. Fu un’operazione incredibile. Per installarli arrivò quello che tutti chiamavamo “Cicalone”, un elicottero Erickson della Protezione Civile capace di trasportare e sganciare pesi importanti in situazioni ambientali avverse. Ricordo ancora la rabbia, quando dopo tutta quella fatica, pochi giorni dopo due delle tre stazioni furono distrutte da nuove colate di lava che si attivarono proprio dove le avevamo installate.

I primi di marzo venne in visita il Presidente della Repubblica Ciampi. Fu bello apprendere che il Paese ci seguiva. Noi sull’isola non ce ne rendevamo molto conto. Non avevamo tempo per guardare la TV o leggere i giornali. Sapevamo a malapena che c’era una nuova guerra in Iraq.

Le settimane passavano, le colate di lava continuavano a scendere sulla Sciara, l’attività esplosiva tipica dello Stromboli era scomparsa da mesi (figura 7). Aveva un significato questo cambiamento nello stile eruttivo del vulcano?

Rìlevamento depositi di frana del 28 dicembre 2002 (foto del 16 marzo 2003, P. Scarlato)
Figura 7 – Rìlevamento dei depositi di frana del 28 dicembre 2002 (fotografia del 16 marzo 2003, Piergiorgio Scarlato).

E così arrivammo ad aprile… nei primi giorni del mese cominciammo a registrare piccoli segnali di cambiamento in atto nello stato del vulcano. Tra questi, Luigi Lodato della sezione di Catania si accorse che il fondo dei crateri cominciava a scaldarsi, e piccole esplosioni avvennero il 3 aprile 2003. Quel giorno c’erano in vetta due dei nostri che furono richiamati di corsa alla base. Quella sera stessa decidemmo che per i giorni successivi per precauzione era meglio evitare di coinvolgere personale nelle attività sul vulcano. Fummo fortunati o bravi nella scelta compiuta? Non saprei dirlo… fatto sta che due giorni dopo, il 5 aprile, poco dopo le 9 del mattino lo Stromboli ci mostrò la prima grande esplosione dopo quelle avvenute nel secolo precedente. Anche se avevamo messo in conto che potesse accadere, nessuno di noi l’aveva mai vista prima, tanto meno nessuno aveva idea dei segnali che l’avrebbero preceduta.

Quando accadde ero sulla porta del Centro Operativo Avanzato – Osservatorio San Vincenzo. L’evento fu anticipato da un segnale sismico ben visibile della durata di alcuni minuti. Era il magma ricco in gas che inviava il suo segnale che stava risalendo velocemente dall’interno della Terra verso la superficie terrestre. Ma noi non lo sapevamo, lo avremmo scoperto poco dopo. Marcello Martini, responsabile del settore sismologico, mi venne incontro dalla sala controllo verso l’ingresso e mi chiese di guardare verso l’alto, perché vedeva qualcosa di anomalo sul tracciato sismico. Mi girai e guardai la vetta del vulcano. Passarono pochi secondi quando una colonna rosso fuoco si innalzò sul vulcano per diversi chilometri di altezza. Seguì un boato e tutto tremò. Rimanemmo paralizzati per qualche secondo davanti a quella visione infernale di bombe e pomici che volavano verso l’alto e ricadendo al suolo generavano piccoli incendi. Nubi alla base della colonna magmatica indicavano la formazione di flussi piroclastici (figura 8).

Il parossismo del 5 aprile 2003 visto dal Centro Operativo Avanzato di Stromboli. Le nubi alla base indicano la formazione di flussi piroclastici. (Fotografia di Piergiorgio Scarlato)
Figura 8 – Il parossismo dello Stromboli del 5 aprile 2003 visto dal Centro Operativo Avanzato di Stromboli. Le nubi alla base indicano la formazione di flussi piroclastici. Fotografia di Piergiorgio Scarlato.

Dopo esserci ripresi dallo shock il nostro primo pensiero fu per l’elicottero che era in volo con la nostra collega Sonia Calvari a bordo per il consueto monitoraggio del mattino. I colleghi del DPC risposero immediatamente alle nostre grida confermandoci che era tutto a posto. Fortunatamente il pilota era riuscito ad allontanarsi per tempo e non si registrarono incidenti (figura 9).

Figura - Parossismo del 5 aprile 2003 (fotografia di Sonia Calvari).
Figura 9 – Parossismo dello Stromboli del 5 aprile 2003 ripreso dall’elicottero. Fotografia di Sonia Calvari.

I giorni successivi trascorsero discutendo sul da farsi. Dovevamo ripristinare le strumentazioni distrutte dall’esplosione, c’era da andare a rilevare i depositi del parossismo, c’erano valutazioni da fare su cosa sarebbe potuto accadere nei giorni seguenti. I nostri briefing serali, già lunghi, diventarono dei veri congressi di vulcanologia. Dopo lunghe discussioni su cosa fare, verso metà aprile decidemmo di salire a vedere cosa era successo e a rilevare i prodotti del parossismo (figure 10 e 11).

Figura - Stazione di monitoraggio distrutta dall’esplosione dello Stromboli del 5 aprile (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 14 aprile 2003).
Figura 10 – Stazione di monitoraggio distrutta dall’esplosione dello Stromboli del 5 aprile (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 14 aprile 2003).
Figura - Campionamento della lava e misura della temperatura (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 14 aprile 2003).
Figura 11 – Campionamento della lava e misura della temperatura (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 14 aprile 2003).

Le settimane passarono e osservammo una progressiva riduzione della portata della colata di lava sulla Sciara (figura 12). A giugno le prime timide esplosioni stromboliane annunciarono che forse ci stavamo avviando verso il ritorno alla normalità. E in effetti fu così. Nel corso dei primi giorni di luglio la colata di lava si esaurì e quello fu il segnale che saremmo potuti tornare gradualmente alla nostra vita.

Figura - Campo lavico sulla Sciara del Fuoco (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 5 giugno 2003).
Figura 12 – Campo lavico sulla Sciara del Fuoco (fotografia di Piergiorgio Scarlato, 5 giugno 2003).

In questi 20 anni abbiamo visto altri parossismi e abbiamo imparato molto sul comportamento di questo vulcano. Abbiamo sviluppato nuove tecnologie per lo studio del vulcanismo esplosivo e abbiamo formato nuove professionalità, trasferendo anche all’estero le nostre conoscenze e le nostre metodologie per lo studio del vulcanismo esplosivo basaltico. Credo che quella del 2002-2003 sia stata una crisi che ci ha segnato profondamente ed ancora oggi l’organizzazione dell’INGV per la gestione delle crisi vulcaniche è fondata su quella esperienza vissuta insieme.

Ad maiora…


link al video (italiano)

https://www.youtube.com/watch?v=qMJUn8c9Y6M

link al video (english)

https://www.youtube.com/watch?v=BdPj4m8Bshk

Ricordando…Vincenzo Ficarra


Nella rubrica "Ricordando" sarà pubblicata, in modo casuale, giornalmente, una foto degli Eoliani o amici delle Eolie che non ci sono più. Ovviamente tra quelle presenti nel nostro archivio.
La pubblicazione di foto a vostra richiesta, anche per commemorazioni, ricorrenze ecc., potrà, invece, avvenire previo contributo da erogare ad Eolienews.
Per tale tipo di pubblicazioni contattare il 3395798235 (preferibilmente whatsapp)

Auguri di…

Buon Compleanno ad Andrea Favaloro, Bartolo Cincotta, Angela Lo Schiavo, Andrea Marino, Rita Quadara, Ilaria Massarelli, Jessica Carmen Pietracatella, Vincenzo Malalana, Raffaella Inferrera, Giada De Teresa, Santino Serrato, Mirko Lazzaro, Dariana Antonia Radu, Ivana Furnari 



"ASCOLTA": E’ UNA BALLAD SENTIMENTALE IL QUARTO SINGOLO DEGLI ALCOOL ETILICO

“Nel 1997, esattamente 25 anni fa, nacque ASCOLTA.

Una ballad sentimentale, ispirata dalla “musa”, che al tempo accompagnava le mie giornate.

Mi trovavo sul terrazzo di casa con la chitarra classica fra le mani e in meno di un niente era già pronta. Stava lì, scritta da qualche parte nella mia testa, aspettando l’esatto momento per venire fuori”.

C.

(Registrato presso lo studio EYE&EAR di Giuseppe Barbera)

Oggi: Festa della Sacra Famiglia

La festa della Sacra Famiglia fu introdotta nella liturgia cattolica solo localmente nel XVII secolo. Nel 1895 la data fissata per tale festa fu la terza domenica dopo l'Epifania, fu soltanto nel 1921 che grazie a papa Benedetto XV la celebrazione fu estesa a tutta la Chiesa. Giovanni XXIII modificò ulteriormente la data spostandola alla prima domenica dopo l'epifania. La riforma liturgica del Concilio Vaticano II infine la festa la Sacra Famiglia la prima domenica dopo Natale e quando il Natale cade di domenica, viene spostata al 30 dicembre.


Il suo significato è molto importante in quanto dopo aver visto la Sacra Famiglia dare alla luce e accudire il neonato Gesù a Nazareth, in questa festività la si può ammirare e ricordare nella vita di tutti i giorni, mentre vede crescere il Cristo. L'eccezionalità di tale famiglia risiede soprattutto nel fatto che i gesti quotidiani che in qualsiasi focolare domestico erano e sono ancora oggi svolti, coincidono allo stesso tempo con il pregare, amare, adorare il proprio Dio, comunicando con suo figlio incarnato in terra. Accudendo Gesù, lavandolo e giocando insieme a lui la Madonna e San Giuseppe mettevano in pratica i dovuti atti di culto, rappresentando il punto d'inizio per ogni famiglia cristiana, del tempo e odierna, che viveva ogni istante della giornata come un sacramento.

Santa Famiglia
autore Juan Simón Gutiérrez anno 1680 titolo Santa Famiglia


La festa ha come obiettivo quello di conferire un esempio a tutte le famiglie cristiane, che avrebbero potuto guardare con orgoglio al nucleo familiare che fu di Cristo il quale, nonostante le particolari condizioni note, era caratterizzato da tutte le normali problematiche che chiunque si trova ad affrontare. Maria seguì lo sposalizio con Giuseppe, seguendo la legge ebraica, ma soprattutto il grande piano del suo Dio, conservando però la propria verginità. In seguito alla Visitazione a Sant'Elisabetta iniziò a sentire i chiari segni di una gravidanza, giungendo infine a dare alla luce il Figlio del Signore. Prima dell'età adulta raggiunta da Gesù, la Madonna viene citata in alcuni Vangeli per un episodio accaduto durante l'adolescenza di Cristo (al tempo dodicenne), che si intrattenne al tempio con i dottori, mentre i suoi genitori penavano ormai da tre giorni nel cercarlo senza sosta.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, esempio santissimo per le famiglie cristiane che ne invocano il necessario aiuto.